30 novembre 2005

aptenodytes forsteri.

non è facile la vita di un pinguino imperatore.
tra lunghe traversate, fatica, fame e gelo il tempo per rilassarsi è davvero poco.
il film "la marcia dei pinguini", di luc jacquet, narra le vicissitudini di questi animali.
sotto la facciata di un documentario si nasconde, in realtà, una storia vera e propria.
una storia d'amore, tenerezza e romanticismo principalmente, ma anche di costante drammaticità: sconforto, malinconia e sfortuna sono tra gli elementi che caratterizzano l'esistenza di questi uccelli antartici.
ottima la fotografia, ben selezionate le musiche d'atmosfera.
il cast è di prim'ordine.

29 novembre 2005

lo spreco.

che il mondo non giri troppo bene è questione di tutti i giorni.
che si faccia qualcosa per farlo girar meglio è faccenda occasionale.
è difficile rendersene conto, ma l'uomo è la fonte di energia più potente della terra.
tralasciando muscoli e forza, la grande capacità dell'uomo risiede nell'intelletto, nella ragione.
ci siamo sviluppati con una velocità incredibile, ma il ritmo è stato così frenetico che abbiamo perso dei pezzi per strada. e, nel recuperare questi pezzi, abbiamo compiuto degli errori: guerre, carestie, povertà sono solo alcune conseguenze di questi errori.
abbiamo il potere di cambiare le cose con un dito, di decidere veramente il nostro futuro e quello degli altri, di ritardare il momento in cui la terra si accorgerà dei nostri sbagli e ce li farà pagare.
ma non lo facciamo.
siamo il più grosso spreco della storia.

28 novembre 2005

nero di rabbia.

stadio san filippo di messina.
è domenica pomeriggio e si gioca messina-inter.
marco andrè kpolo zoro è ivoriano e gioca come difensiore nella formazine siciliana.
in più tratti della partita è stato bersagliato da cori razzisti da parte di alcuni tifosi neroazzurri.
stanco di questa situazione, zoro ha preso in mano il pallone dicendosi pronto ad abbandonare il campo.
è stata l'ennesima sconfitta dello sport.
i piani alti si sono detti indignati; la soluzione immediata per arginare il problema l'ha trovata la figc.
tutte le partite che si giocheranno questa settimana inizieranno con 5 minuti di ritardo e, prima del fischio d'inizio, verrà mostrato uno striscione contro il razzismo al centro del campo.
se questo è, anche da lontano, un primo passo per rivedere la questione, il risultato è ridicolo.
è evidente come questa decisione non avrà alcun effetto e non si spiega come mai la federazione non decida di prendere fermamente una posizione in merito.
sospendere la partita sarebbe un buon deterrente, colpire i club credo sia anche significativo, ma visti i giri d'affari milionari di questo mondo, sempre meno sportivo, aspettarsi una soluzione ragionevole in merito è abbastanza illogico.
prima di cominciare ad insultare i giocatori è meglio concedersi un caffè in più.

27 novembre 2005

sviste.

un' indagine statistica governativa ha dimostrato come, in quattro anni, sul territorio italiano sia stati arrestati 203 esponenti a gruppi terroristici di importanza internazionale. sono sorte critiche per l'effettiva veridicità di questo dato, ma, a mio parere, dovrebbe far riflettere il motivo per cui, questa cifra è stata diramata con tanta enfasi.
se, infatti, da un lato mette in mostra il buon operato dei controlli preventivi delle forze dell'ordine, dall'altro pare si dimentichi che il terrorismo non è in cima ai problemi dell'italia.
anche se la nostra posizione, internazionalmente parlando, può essere considerata a rischio, l'attività anti-terroristica non deve mettere in ombra questioni che toccano più da vicino la popolazione.
in italia si muore per malasanità, si muore per un litigio ad un parcheggio, si muore in mezzo ad una sparatoria, si muore nell'indifferenza.
e senza arrivare a morire, in italia c'è chi, semplicemente, sopravvive: per una pensione troppo bassa, per un contratto da riscrivere, per disservizi e dimenticanze.
forse è solo una questione di scelta degli obiettivi di ricerca: si preferisce guardare da vicino lo zainetto gonfio di un immigrato piuttosto che le tasche vuote di un italiano.

26 novembre 2005

rapide.

noriyuki morita (1932-2005).
l'indimenticabile maestro miyagi ha perso il suo ultimo combattimento.

qui nevica.
pur bella da vedere, la neve resta la nemica numero uno per la viabilità.

oggi il blog compie un mese.
niente regali, bastano gli auguri. grazie.

25 novembre 2005

melbourne.

oggi un mio amico è partito per l'australia.
ha intenzione di passare molto tempo là. non so se e quando potrà leggere questo post, ma io gli auguro buona fortuna, su tutto.
per un po' ci eravamo persi di vista, nonostante abiti a poca distanza da me, ma quando vieni a sapere che, probabilmente per un anno, una persona, comunque a te cara, se ne va dall'altra parte del mondo senza alcuna grande sicurezza, ma con un bagaglio di speranze ed ottimismo, allora sai che ti mancherà.
ieri sera grande cena di saluto: molta, troppa confusione, ma emozione ben visibile nei suoi occhi e nelle sue parole.
spero riesca a cavarsela nel migliore dei modi.
ciao.

24 novembre 2005

coldplay.

non hanno certo bisogno del mio appoggio o dei miei elogi, però ci tengo a dire che questi quattro ragazzi inglesi ci sanno fare. riascoltando, in questi giorni, i loro tre album, mi sono trovato di fronte una band molto sicura di sè, già dal debutto "parachutes" del 2000. le melodie, struggenti e malinconiche, si fondono perfettamente in delicate strutture pop e soft-rock che, pur rientrando in canoni semplicistici, riescono ad essere profonde ed emozionali.
con "a rush of blood to the head", uscito nel 2002, le chitarre vengono ammorbidite e la melodia si fa più diretta; il recente "x&y" continua questa presa di posizione, con una leggera, ma evidente, perdita della freschezza del primo disco, a favore di una maturità musicale marcatamente pop, ma non necessariamente commerciale, anche se il loro successo è ormai consolidato. e meritato.

23 novembre 2005

hayabusa.

oltre a dare il nome ad una moto della suzuki, questo termine giapponese è stato dato ad una sonda spaziale.
il robot nipponico è stato progettato per atterrare sulla superficie dell'asteroide itokawa ed esplorarne i contenuti. riesaminando i dati, che inizialmente parevano mostrare il fallimento dell'operazione, gli scienziati hanno confermato l'atterraggio della sonda sull'asteroide.
è la prima volta che viene compiuta un'impresa del genere.
visto che i disagi legati alla circolazione, qui in italia, non sono infrequenti, io propongo di affidare la gestione di fs, anas e atm ai giapponesi.

22 novembre 2005

ti sporco l'auto.

la vostra utilitaria si ribalta quando prendete un dosso?
usate il fuoristrada biturbo per andare a comprare la gazzetta?
il vostro bolide si mette a piangere appena vede la ghiaia?
se, per tutto questo, i vostri amici vi prendono in giro o, più semplicemente, volete dimostrare di che pasta siete fatti al volante, ora c'è una soluzione. rapida ed efficace.
è in vendita, su questo sito, un prodotto per rivoluzionare il look della vostra macchina.
si tratta di una sostanza che riproduce l'effetto di sporcizia dato dal fango in modo che, distribuendola sulle fiancate o dove voi preferiate, possiate far credere di essere andati chissà dove a cercare una selvaggia impresa.
la bottiglia, da 75cl, costa quasi 8 sterline (poco meno di 12 euro) qui e 10 euro qui.
se, ai finti schizzi, unite finti graffi di orso sulla carrozzeria e finta sabbia del sahara sul parabrezza, sarete diventati dei veri avventurieri. ma gli insulti degli amici potrebbero essere veri. e prolungati.

21 novembre 2005

al rallentatore.

in linea d'aria casa mia dall'università, dove mi reco più o meno quotidianamente, dista meno di 13 chilometri.
per arrivarci ci metto un'ora. minuto più, minuto meno.
il calcolo è immediato: mi muovo alla velocità media di 13km/h.
come una corsetta al parco per snellire i muscoli. o una passeggiata in bicicletta per godersi il sole domenicale. io, però, quest'oretta la passo a cambiare tre mezzi di trasporto pubblici che attraversano, in lungo e in largo, la città di milano. in ordine: autobus, metropolitana, treno.
la mia non è una critica al servizio pubblico, anche perchè so quante persone viaggiano attorno a milano in una sola giornata, ma è, piuttosto, una semplice constatazione, quasi per segnalare l'eccezione che conferma la regola oppure per sfatare un luogo comune. in una città vista come frenetica, con dei ritmi veloci e precisi, ci si muove piano, poco alla volta. tanti alla volta.
a furia di sentirlo ci siamo adeguati al detto. chi va piano va sano e va lontano.

20 novembre 2005

imparare a contare.

chi ha voluto la guerra in iraq, chi l'ha portata avanti e chi la sta combattendo ora dovrebbe fermarsi un attimo e provare a fare un po' di calcoli.
iraq body count è un sito che può aiutare in quest'ottica.
presenta il conteggio, aggiornato e dettagliato, dei civili morti negli scontri dall'inizio del conflitto.
mentre vi sto scrivendo il numero si aggira attorno ai 29mila.
a prima vista questo progetto può sembrare cinico ed oltraggioso, ma, in realtà, è uno dei modi più diretti e significativi per criticare questa guerra.
è giusto citare anche il fronte opposto. tra i militari impiegati nelle operazioni sono più di duemila i decessi per quanto riguarda il contingente americano.
un confronto improponibile con il numero di iracheni, ma ugualmente significativo.
la situazione in quel paese è, ormai, ingestibile, e difficilmente migliorerà in futuro se non verrà deciso un programma comune di ritiro militare e assistenza.
la realtà quotidiana e locale, però, supera, forse giustamente, di importanza, quella a livello globale.
il problema sorge quando, come ha fatto notare stasera luciana littizzetto su raitre, ci si arriva a stupire, ad esempio, del clima freddo, e si fan più servizi sulla nebbia di milano che sulle bombe di fallujah.
lì, allora, c'è un ingranaggio da riparare.

19 novembre 2005

un favore.

essere generosi è buona cosa.
è giusto mantenere una promessa data.
è intelligente ascoltare i consigli e recepire i messaggi.
è sbagliato copiare, ma non prendere spunto per una buona causa.
l'8 febbraio 2004 totti insegnò alla juve come fare in questi casi.
abbiamo semplicemente restituito il favore.

18 novembre 2005

olpc.

one laptop per children.
è questo l'obiettivo del mit, noto istituto di tecnologia americano, da sempre all'avanguardia nel campo.
il progetto è stato presentato in questi giorni e prevede la produzione e la diffusione di un computer portatile nei paesi poveri ed in via di sviluppo. il sistema, il cui costo si aggirerà sui 100 dollari, verrà acquistato principalmente per le scuole e prevede caratteristiche basilari, per contenere i costi e garantirne un facile utilizzo.
una delle curiosità di questo pc è quella di poter ricaricare la batteria attraverso una manovella.
forse per ricreare una versione light del lavoro minorile.
grazie a questa iniziativa i bambini africani e sudamericani potranno sapere, in diretta, a che punto sta la guerriglia nelle loro strade, oppure a che livello di corruzione è arrivato il proprio governo.
o ancora quante mine ci sono nel percorso che dovranno compiere per tornare a casa.

17 novembre 2005

retrogaming.

ricordo come il mondo dei videogames entrò, prepotentemente, nella mia infanzia.
anni e anni fa, grazie ad un commodore 64.
un sistema poco più che banale, in grado di gestire semplici programmazioni o di far funzionare giochi su nastro magnetico (cassetta) o cartuccia. una barzelletta per i nostri giorni, una meraviglia per l'epoca.
il computer era un regalo esclusivo di mio fratello. io, più piccolo e poco familiare a quella tecnologia, mi limitavo al ruolo di attento e gioioso spettatore.
ricordo i lunghissimi caricamenti, con bande orizzontali colorate ed intermittenti. fastidiose, forse anche dannose alla vista, ma cariche d'attesa.
ricordo uno schermo azzurro, con poche scritte in stampatello, di una tonalità più chiara. il cursore era un quadratino. niente di più.
ricordo le procedure, quasi meccaniche, per far partire i giochi. press play on tape. era un'emozione pigiare quel tasto, veder girare il nastro e perdersi ad osservarlo.
ricordo i giochi. fantastici.
tra i miei preferiti ce n'era uno chiamato "paperotto". era la storia di un giovane pulcino che doveva trovare la mamma chioccia superando diverse difficoltà. un action game di quelli tosti.
un altro, totalmente diverso, era "il produttore". niente grafica, solo testo. tramite scelte oculate e grossi rischi da correre c'era da guadagnarsi il successo nel mondo del cinema. un vetusto gioco manageriale.
poi arrivò lui. su una cassetta copiata.
out run.
dopo aver passato le estati ad ammirarlo nei grossi cabinati del bar della spiaggia ora, quel gioco, era a casa.
sembrava quasi di sentire il vento tra i capelli, mentre, sfrecciando tra camion e utilitarie, si comandava l'inafferrabile ferrari testarossa su e giù per le highway americane, in mezzo ad alte palme e lunghi canyon.
un'auto veloce, un caldo tramonto e una procace bionda al tuo fianco. cosa chiedere di meglio?
quando fu il turno del game boy i tempi stavano già cambiando.
le console proliferavano, ma cominciavano a perdere l'anima.
mi colpì la playstation. era già la nuova era. quella di un divertimento immediato, combattivo e potenzialmente infinito.
ora giace, malfunzionante, in un cassetto.

16 novembre 2005

doppie personalità.

a lamon, piccolo centro nel bellunese, giorni fa si è svolto un referendum.
la consultazione, passata con un plebiscito, riguardava l'annessione del paese al trentino alto adige.
gli abitanti del comune, forse attratti dai maggiori privilegi di una regione a statuto speciale, hanno deciso di separarsi dal veneto.
una storia diversa, ma con esito simile, è quella che angela maraventano sogna per il futuro di lampedusa.
con lo scopo di gestire in modo radicale l'afflusso di immigrati, la segretaria leghista ha lanciato la proposta di far passare l'isola dalla provincia di agrigento a quella di bergamo, in modo da avere un'amministrazione più diretta e dipendente.
due casi singolari, differenti nelle intenzioni, ma del tutto paragonabili se pensiamo alle conseguenze più immediate e cioè confusione e difficoltà organizzative, oltre che burocratiche.
però le intenzioni ci sono, buone o cattive che siano. vedremo se ci saranno delle evoluzioni.
e anche se i lampedusani si convertiranno alla polenta taragna.

15 novembre 2005

storie di rettili.

harriet è il nome di una testuggine gigante delle galapagos.
la grossa tartaruga ha compiuto 175 anni e li ha festeggiati in uno zoo australiano, dove risiede da diversi anni insieme ai simpatici ed instancabili steve irwin e terri cuddle.
nella lunga lista di ricordi per la cara harriet anche una partecipazione, in giovane età, ad un quiz di mike bongiorno.

si è concluso da poco un lungo studio su dei fossili ritrovati nel 1996 in argentina.
i reperti appartengono ad un'antica specie di coccodrillo, che visse nei mari di più di 130 milioni di anni fa. l'animale, ribattezzato dakosaurus andiniensis, era un carnivoro formidabile e temibile.
è ancora ignoto se il predatore emettesse qualche particolare verso.
alla domanda "il dakosauro come fa?", gli scienziati hanno risposto "non c'è nessuno che lo sa".

14 novembre 2005

tormentoni.

il linguaggio televisivo è spesso infarcito di frasi e slogan particolarmente facili da ricordare, indipendentemente dal fatto che questi abbiano o meno un significato logico. maestro di questa tecnica è antonio ricci che, dal mitico drive in all'ormai maggiorenne striscia la notizia, ha saputo creare dei modi di dire che, talvolta, sono entrati a far parte della parlata comune.
sfruttando questa debolezza dello spettatore le agenzie pubblicitare hanno spesso fatto la loro fortuna lanciando marchi grazie ad immagini o a dialettiche d'impatto.
da quando il servizio per conoscere i numeri di telefono degli abbonati è in mano a più operatori siamo stati invasi da spot di ogni tipo, diversi nella forma e, in parte, nei contenuti, ma del tutto simili, se non uguali, nell'approcio: diretto, immediato, insistente ai limiti del fastidio.
tanto che la comunicazione pubblicitaria ha varcato il confine della promozione e ha raggiunto lo stadio della diffusione di massa, che gioca puntando, in modo subdolo, all'attenzione, spesso distratta, delle persone, distratte ancor di più da tutto questo bombardamento mediatico.
un giorno ho visto un ragazzino con una maglietta rossa, con un riquadro bianco al centro e una scritta nera.
un numero per la precisione. era 892.
ho visto due ragazze con delle borse rosse. con lo stesso riquadro e lo stesso numero.
ho visto il volantino di una discoteca. promuoveva una serata con ospiti i sosia ufficiali dei protagonisti dello spot. lo spot di quel numero.
i sosia ufficiali.
ho riletto più volte quella frase per essere sicuro di non aver preso un abbaglio. poi ho riso. avevo letto bene.
ma, ripensandoci, da ridere c'è ben poco.
se una pubblicità, costruita in modo strategico per entrare nella testa di chi la vede o sente, ha questo potere, le parole di un politico o di un'altra figura nota, se ben dosate e scelte con criterio (se con criterio intendiamo vantaggio personale), possono avere una forza ed una portata di altissimo livello.
è probabile che da qui al 9 aprile 2006 sentiremo gli effetti di questo fenomeno.

13 novembre 2005

la rotaia che divide.

il gruppo ferrovie dello stato compie cent'anni.
sfruttando l'occasione commemorariva, l'impresa punta al rilancio, con miglioramenti nella rete e nel servizio.
un'opera in atto da tempo è la realizzazione di tratti ad alta velocità: uno di questi dovrebbe attraversare la val susa la cui popolazione, da diversi giorni, sta insorgendo e protestando contro la realizzazione.
lasciando quasi in sospeso questo problema, il rinnovamento del gruppo sembra voler puntare su due questioni altrettanto importanti: i ritardi e l'affollamento dei treni, soprattutto di quelli a livello regionale.
gli autoironici spot che stanno andando in onda in queste settimane mi hanno dato una dose di fiducia.
se un marchio così importante riesce a prendersi in giro vuol dire che la scommessa è grande.
e dato che a sfruttare l'operato delle ferrovie siamo noi cittadini, la scommessa si tramuta in promessa.
non mantenere una promessa è sintomo di vigliaccheria.
io sui treni vigliacchi non ci voglio salire.
quindi, care fs, datevi da fare.

12 novembre 2005

due facce.

la nazionale di calcio ha da poco battuto l'olanda in un amichevole.
ma c'è un'altra italia che perde. continuamente.
è quella politica.
ogni giorno è un vero e proprio teatrino di battute e controbattute, di attacchi e risposte, di dichiarazioni e smentite. la sfiducia della gente verso chi governa, ma anche verso chi è intenzionato ad andare a governare, è sempre più in calo.
invece di puntare a definire programmi e a discutere su progetti e decisioni da prendere, i politici di oggi, su entrambi i fronti, tendono sempre più a criticare, sminuire e demonizzare gli avversari, mettendo in secondo piano l'importanza del dialogo diretto e sincero con le persone. è, inoltre, attività assai diffusa quella di volersi giustificare dei propri errori o lacune facendo riferimento ai governi precedenti: è così per chi è al potere adesso e lo sarà al prossimo cambio di colore.
perchè, alla fine, è di quello che si tratta: un semplice cambiamento di colore, al massimo di atteggiamenti, ma quando c'è da arrivare al cuore dei problemi la strada prende sempre strade diverse...
noi vogliamo una svolta. speriamo.
e aspettiamo.

11 novembre 2005

è il tuo momento.

il giudizio finale. l'ultimo appello.
c'è chi la prende con disperazione, chi con rassegnazione. chi con gioia.
è la morte.
con questo argomento non voglio impaurirvi, ma solamente segnalarvi un sito.
il suo nome, abbastanza eloquente, è deathclock.
è un sito che, quando nacque, fece molto parlare di sè per la stravagante idea di prevedere la precisa data di morte di un individuo.
senza che ve lo stia a dire, il tono è chiaramente ironico e la volontà di sdrammatizzare è evidente.
però, nei dati da inserire per conoscere il proprio destino, è richiesto l'indice di massa corporea (ovvero la proporzione tra altezza e massa, calcolabile qui) e l'eventuale stato di fumatore. due dati da non sottovalutare perchè mantenere una linea stabile, grazie ad una corretta alimentazione, e preservare i polmoni dal fumo sono due fattori su cui anche il divertente deathclock ci vuol far riflettere.
quindi riflettete. e non moritemi troppo presto.

10 novembre 2005

meet the world.

è il nome di un servizio uscito, diverso tempo fa, per il magazine portoghese grande reportagem.
si tratta, in realtà, di una campagna puramente figurativa realizzata dal brasiliano icaro doria.
l'artista sudamericano è riuscito a far convogliare importanti dati statistici di alcune nazioni del mondo all'interno dei colori delle bandiere dei paesi stessi.
detto così può sembrare qualcosa di complesso, invece è un reportage molto immediato e diretto.
potete vederlo qua.
l'uso delle immagini è molto significativo, perchè il linguaggio visivo è ancora quello che meglio rappresenta le idee. la traduzione in fatti, però, è un processo talmente elaborato che, spesso, ci si perde in lunghi discorsi e noiose argomentazioni, perdendo di vista le ragioni alla base della questione.
icaro doria ha provato, a mio avviso riuscendoci, a far parlare le immagini. senza intermediari e traduzioni. per raggiungere tutto il mondo. noi ci auguriamo che ai piani alti di questo mondo si decida di dare un'occhiata giù. per vedere come si sta.

09 novembre 2005

manie di protagonismo.

si sa che mettersi in mostra è un'attività molto diffusa.
almeno una volta chiunque si è sentito, o si è voluto sentire, al centro dell'attenzione, per far valere le proprie qualità o i propri meriti.
amplificando questa voglia di far parlare di sè si può arrivare a chiedere consigli agli altri sulle proprie capacità.
se al semplice consiglio associamo, invece, una votazione, otteniamo una rapida descrizione di un fenomeno che, su internet, è molto popolare.
esistono molti siti, infatti, dove la gente più disparata può chiedere ai visitatori di essere votata: per quello che è, per quello che ha o per quello che fa.
sono simpatici i siti dedicati agli animali domestici (gatti, in particolare), ma numericamente più importanti sono quelli riguardanti le persone stesse: si va dai visi ai fisici, fino ad arrivare ai seni, veri o rifatti.
il fondo si tocca con un sito dove è possibile votare divertenti, ma molto disgustose, foto di escrementi...

08 novembre 2005

chimica assassina.

quando uno non trova qualcosa è meglio che se lo porti da casa.
è quello che devono aver pensato i soldati statunitensi, un anno fa, quando entrarono nella città di fallujah.
la ricerca delle armi (chimiche) di distruzione di massa sul territorio che fu di saddam è stata vana, così gli stessi eserciti "di liberazione" hanno deciso di usarle.
un'inchiesta di rainews24 ha mostrato come, durante il lungo assedio alla roccaforte sunnita, i militari americani abbiano utilizzato napalm e fosforo bianco.
il napalm utilizzato è del tipo mk77, con effetti pari a quelli del comune napalm, ma minore impatto ambientale.
il fosforo bianco è utilizzato per consentire la visibilità o per creare fumogeni. ha un altissimo potere combustivo e corrosivo.
secondo i rapporti raccolti per l'inchiesta entrambe le sostanze sono state disperse sulle abitazioni dei civili, con effetti a dir poco spaventosi, documentati da esplicite testimonianze audio e video.
è il paradosso all'ennesima potenza: denunciare armi distruttive per poi distruggere con quelle stesse armi.
ancora una volta l'uomo si vergogna dei suoi simili.

"...il mondo è nato senza l'uomo e senza l'uomo finirà..."
jean reno (fuad) - la tigre e la neve, di roberto benigni

07 novembre 2005

population control.

dati alla mano, oggi, nel mondo, siamo quasi in 6 miliardi e mezzo.
tanti, troppi.
non troppi in generale -la terra è bella grossa-, ma troppi rispetto alle aree abitate.
qualche esempio.
a pari estensione geografica con l'italia, le filippine contano venti milioni di abitanti in più di noi.
il bangladesh, grosso meno della metà, ne ha più del doppio.
l'india è grande circa un terzo degli stati uniti, ma ha quasi il quadruplo di persone sul suo territorio.
tutti i paesi citati come raffronto sono asiatici.
un continente infinito e in continua espansione (basti pensare all'importanza della cina negli ultimi anni), dove coesistono immense ricchezze con povertà disumane. dove bisogna guadagnarsi la libertà per poi far fronte ad attentati, guerre civili, violenze e rivolte. dove la morte è filosoficamente una ricchezza, ma si scontra con pene capitali e con la potenziale minaccia dell'atomica.
è un problema al quale sembra difficile, se non impossibile, porvi rimedio, ma, prima o poi, anche nell'"ovest" del mondo se ne sentiranno le conseguenze.
e, ormai, potrebbe essere troppo tardi.

06 novembre 2005

belleville.

da un po' di anni, anche grazie alla grafica computerizzata, il genere d'animazione è tornato a riscuotere successo.
il monopolio disney è, in parte, rimasto in piedi grazie all'associata pixar, ma è stato più volte messo in discussione da altre produzioni, come ad esempio quelle della dreamworks.
uno dei punti a favore di questi cartoni in 3d è il fatto di riuscirre a proporre storie leggermente diverse che, per la presenza di citazioni o particolari aspetti comici, riescono a piacere ai bambini, ai ragazzi e alle persone più grandi.
un'importante svolta al genere l'ha data shrek, con il suo ribaltamento della classica fiaba e la surreale rivisitazione dei luoghi comuni che caratterizzano le favole più conosciute. il terzo capitolo della saga di questo simpatico orco verde è atteso per il 2007.
i disegni classici, però, sono ancora vivi e vegeti.
ne è la dimostrazione un vero e proprio gioiello, intitolato "appuntamento a belleville" (titolo originale: "les triplettes de belleville"), uscito nel 2003 e passato, fuori concorso, a cannes in quell'anno. ma un po' inosservato altrove.
il film, del fumettista francese sylvain chomet, è, allo stesso tempo, il culmine e l'abisso dell'animazione.
è triste, tremendamente malinconico, cupo e molto intelligente; i disegni sono caricaturali e volutamente sproporzionati, la narrazione è lenta e priva di dialoghi.
cosa c'è di bello allora?
la bellezza di questo cartone sta nelle immagini, cariche di sentimenti e poesia, che rendono del tutto inutile la presenza del parlato. i personaggi sono espressivi e ironici, creati con una tale cura da far passare per la testa, in diversi momenti, che il tutto non sia una finzione, ma un film vero e proprio, con attori in carne e ossa.
la storia, ricchissima di spunti, è costruita in modo da non fare annoiare nonostante non vi siano conversazioni.
non è un film ostico o particolarmente colto, ma la comicità non è sempre immediata, quindi richiede una visione un po' attenta. è un cartone impegnato, adatto più agli adulti che ai bambini.
una piccola rivincita verso le nuove tecnologie.

05 novembre 2005

dissent.

settimana di proteste.
quelle degli studenti contro la riforma scolastica. a roma, davanti al parlamento; a milano, con l'occupazione dell'università statale.
quelle della sinistra più radicale contro l'operato del sindaco di bologna, sergio cofferati.
quelle delle migliaia di ragazzi a locri, per ribadire un ennesimo "no" alla mafia.
quelle sulla linea ferroviaria torino-lione contro i collegamenti per i treni ad alta velocità.
quelle in francia, nate nelle tumultuose periferie parigine ed ora pronte ad espandersi a livello nazionale.
quelle in argentina, al vertice delle americhe di mar del plata, dove diego armando maradona ha guidato l'opposizione al presidente americano george bush.
quelle anti-israeliane in iran, aizzate dal presidente ahmadinejad. a cui hanno risposto quelle pro-israeliane, la più importante delle quali si è svolta a roma.
e non so quante altre.
serviranno? non serviranno?
l'unico fatto certo è che riescono a far parlare di sè. è un male quando, di mezzo, ci finiscono scontri e feriti, ma è un bene perchè l'attenzione su determinate questioni cresce, diventa di livello nazionale, fa attivare i media.
nella maggior parte dei casi quando i media si disinteressano di questi avvenimenti, la protesta tende a rientrare. viene indebolita da compromessi o dall'indifferenza. e finisce.
il problema, al contrario, rimane. ma in tv non ci entra più.

04 novembre 2005

accadueo.

per un guasto nelle tubature della zona, da diverse ore sono senz'acqua corrente in casa.
ho pur sempre la possibilità di accedere all'acqua minerale, confezionata e comoda. e potabile.
più di un miliardo di persone al mondo non riesce ad avere a disposizione acqua potabile.
sembra impensabile ma è così.
la terra vive grazie all'acqua. e morirà per essa.
questo semplice composto chimico è la risorsa più preziosa del pianeta.
all'uomo fanno gola le cose preziose. l'acqua non è da meno.
la distribuzione di questo bene è da rivedere, così come la sua amministrazione.
si combattono guerre per il controllo dell'acqua.
esistono movimenti ed associazioni che, da anni, si battono per far sì che l'acqua sia un bene di tutti. per tutti.
il comitato internazionale per l'acqua ha redatto un manifesto che, attraverso 10 punti, cerca di far luce sui principali problemi legati all'acqua e al suo utilizzo.

03 novembre 2005

corpo.

"...il mondo è un corpo coperto di lividi...
...il corpo è l'innocenza che si può spezzare..."
subsonica - corpo a corpo
il corpo siamo noi.
siamo noi da soli e siamo noi insieme agli altri.
con il corpo amiamo ed odiamo, creiamo e distruggiamo, viviamo e moriamo.
ma il corpo non è solo umano. la vita è fatta di corpi.
ogni cosa è un corpo. siamo circondati da corpi.
dobbiamo solo imparare a distinguerli tra loro e a valutarne le differenze...

02 novembre 2005

kitt.

è un nome in codice. una sigla che, espansa, significa "knight industries two thousand".
questo è il cuore di kitt.
immagino che, a questo punto, tutti avranno capito di chi sto parlando.
kitt è il vero protagonista della serie tv "knightrider", il cui titolo, semplificato in italia, è "supercar".
la supercar in questione è una pontiac trans-am nera appositamente modificata in ogni sua forma per permetterle di acquisire un'intelligenza propria in modo da costituire una forza, praticamente invincibile, contro la criminalità. a domare questo prodigio della tecnologia c'è l'agente michael knight, interpretato da un agile david hasselhoff prima dell'exploit di baywatch.
ieri sera, poco distante da casa mia, ho visto una pontiac. stesso modello. stesso colore.
nell'indifferenza della notte io mi sono stupito.
sia di trovare davanti a me una macchina così bella che, soprattutto, di vedere un'icona. un simbolo inconfondibile di quel telefilm, così come di un intero periodo della mia vita.
probabilmente, in quell'istante, i miei occhi brillavano.

01 novembre 2005

una serata.

ieri sera al menez di martinengo si respirava un'aria familiare.
un'atmosfera raccolta e riservata, una sala concerti più vicina ad uno scantinato che ad un music café.
ed i suoni rispecchiavano questa situazione.
sul palco, comunque, i silent void hanno dimostrato di saperci fare, proponendo con grinta i brani del loro demo di debutto, intitolato "a new life". un assaggio della loro musica lo trovate qui.
una nottata piacevole e amichevolmente coadiuvata dalla ceres strong ale.
un ringraziamento particolare al teomanenz per i trasferimenti, al teobaggi per l'ospitalità e alla bassa bergamasca per l'accoglienza.