belleville.
da un po' di anni, anche grazie alla grafica computerizzata, il genere d'animazione è tornato a riscuotere successo.
il monopolio disney è, in parte, rimasto in piedi grazie all'associata pixar, ma è stato più volte messo in discussione da altre produzioni, come ad esempio quelle della dreamworks.
uno dei punti a favore di questi cartoni in 3d è il fatto di riuscirre a proporre storie leggermente diverse che, per la presenza di citazioni o particolari aspetti comici, riescono a piacere ai bambini, ai ragazzi e alle persone più grandi.
un'importante svolta al genere l'ha data shrek, con il suo ribaltamento della classica fiaba e la surreale rivisitazione dei luoghi comuni che caratterizzano le favole più conosciute. il terzo capitolo della saga di questo simpatico orco verde è atteso per il 2007.
i disegni classici, però, sono ancora vivi e vegeti.
ne è la dimostrazione un vero e proprio gioiello, intitolato "appuntamento a belleville" (titolo originale: "les triplettes de belleville"), uscito nel 2003 e passato, fuori concorso, a cannes in quell'anno. ma un po' inosservato altrove.
il film, del fumettista francese sylvain chomet, è, allo stesso tempo, il culmine e l'abisso dell'animazione.
è triste, tremendamente malinconico, cupo e molto intelligente; i disegni sono caricaturali e volutamente sproporzionati, la narrazione è lenta e priva di dialoghi.
cosa c'è di bello allora?
la bellezza di questo cartone sta nelle immagini, cariche di sentimenti e poesia, che rendono del tutto inutile la presenza del parlato. i personaggi sono espressivi e ironici, creati con una tale cura da far passare per la testa, in diversi momenti, che il tutto non sia una finzione, ma un film vero e proprio, con attori in carne e ossa.
la storia, ricchissima di spunti, è costruita in modo da non fare annoiare nonostante non vi siano conversazioni.
non è un film ostico o particolarmente colto, ma la comicità non è sempre immediata, quindi richiede una visione un po' attenta. è un cartone impegnato, adatto più agli adulti che ai bambini.
una piccola rivincita verso le nuove tecnologie.
2 Comments:
non ho mai sentito parlare di questo cartone , però il titola mi ha fatto venire in mente la collana di libri di d.pennac che sto leggendo in questo periodo in quanto, sono tutti ambientati a bellevilleobin
avevo sentito di quel riferimento a pennac. nel film, però, belleville è una sorta di new york rivisitata, con le stesse caratteristiche, ma presentate in modo un po' particolare.
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