di fronte allo straripante show di
roberto benigni di ieri sera io mi sento lento. e credo che lui sia rock. anzi,
heavy metal.
il
poeta toscano è stato ospite alla seconda puntata di
rockpolitik, riempiendo i 40 minuti a lui concessi con una performance indimenticabile.
ha ballato, saltato e corso come un ragazzino ed ha alternato comicità caciarona, con urla e pernacchie, a una
satira tanto pungente quanto delicata e, in sostanza, molto intelligente.
intelligenza che si è manifestata ancora meglio nelle due citazioni "colte" riservate a voltaire e socrate: un breve passo sulla
libertà di espressione per il primo, una parte del discorso tenuto al suo processo per il secondo.
era quello che serviva per risollevare le sorti di un programma non certo perfetto.
celentano non è quel ciclone che tutti attendevano da un lato e temevano dall'altro: i suoi monologhi, anche se su argomenti ben mirati, finiscono per sgonfiarsi su se stessi per mancanza di profondità e risultano talvolta campati per aria perchè son strutturati in modo fin troppo personale, e non sempre condivisibile.
pure la parte, tra il serio e il faceto, della diatriba tra cosa è "rock" e cosa è "lento", non è sempre incisiva e lascia quella sensazione di
incompletezza quando, per esempio, viene detto che i gay sono rock mentre i matrimoni fra essi, e il loro promotore spagnolo, zapatero, sono lenti, lentissimi, ma senza che questo argomento venga poi ripreso dopo, a favore, invece, di una discutibile invettiva contro i
grattacieli.
il resto dello show più o meno regge, con una scaletta praticamente invariata rispetto all'esordio: c'è cornacchione, la cui ripetitività incomincia a venir fuori; c'è crozza, straordinario nella prima puntata, comunque sopra la media in questa e c'è lo spazio musicale, diviso tra il cantautore di turno (prima ligabue, ieri ramazzotti), che duetta e chiacchera con celentano prima di cimentarsi in un triste
playback, e la band, che, invece, si esibisce -e bene- dal vivo: dopo i
negrita di giovedì scorso, ieri è toccato ai salentini
sud sound system, unire temi sociali alla musica.
nonostante il numero degli
spettatori sia stato elevatissimo (mediamente sopra i 12 milioni), fabrizio del noce, direttore di raiuno imparentato con l'auditel, pare avercela ancora con celentano; stavolta dice che era come se non esistesse, riferendosi al fatto che il vero protagonista della serata è stato benigni.
vero.
ma è anche vero che benigni l'ha voluto e portato in tv celentano, quindi un po' di merito diamoglielo, dai...