05 gennaio 2006

sviluppo mediatico.

l'incremento delle conoscenze tecnologiche ha agito di pari passo con il mondo dell'informazione e della divulgazone.
dalla carta stampata si è passati alle trasmissioni radiofoniche, poi a quelle televisive fino a giungere ad internet che, ad oggi, risulta essere uno strumento fondamentale di comunicazione, primo per importanza e completezza.
la straordinaria rivoluzione che il web ha portato con sè è stata la capacità di permettere un'interazione totale tra utenti sparsi in giro per il mondo. il naturale passo avanti di questa funzionalità è stata la nascita dei blog.
grazie ad essi è possibile condividere idee, confidenze, news e approfondimenti in presa diretta con chiunque possa accedere ad un pc. se si tratti di un'evoluzione, perchè consente una libera espressione di pensiero, o di un'involuzione, perchè dopotutto snatura l'autorevolezza delle notizie e, molto spesso, propone poco di interessante, è una questione secondaria, visto che ormai il fenomeno ha raggiunto una popolarità tale da considerarsi, a tutti gli effetti, un autentico deposito di informazioni, in costante e continuo aggiornamento.
dopo una complessa ricerca, ad ottobre è emerso che il numero dei blog nel mondo si aggira attorno ai 100 milioni.
come se non bastassero queste cifre a mettere in evidenza il potenziale di questo mezzo, sono recenti due casi di censura che hanno proprio come obiettivo i blog; sintomo che i media stanno, sempre di più, interagendo tra loro e, con il tempo, sta mutando la loro influenza sulla gente comune.
il primo episodio è legato all'esercito americano: trovando come giustificazione quella di poter essere letti dai nemici, i blog dei soldati statunitensi in missione verranno messi sotto esame da una speciale commissione.
l'altra storia ha come protagonista zhao jing, un giornalista cinese, che ha visto chiudere il suo blog per la terza volta: in quest'ultimo caso ad intervenire è stata addirittura la microsoft.
a jing è andata comunque meglio di shi tao che, per aver diffuso un documento ritenuto segreto di stato, deve ora scontare 10 anni di prigione. ma ha ugualmente vinto un premio per la libertà di stampa.