26 dicembre 2005

tsunami.

un anno fa centinaia di migliaia di persone sono state colpite da un'onda marina talmente violenta e brutale che è stata in grado di cancellare vite, case, ricordi.
il tutto si è svolto con una velocità così feroce che ha lasciato molta gente impossibilitata di mettersi in salvo.
l'attacco è stato democraticamente potente perchè ha colpito, allo stesso modo, ogni ostacolo di fronte a sè, senza distinzione di età, classe sociale, ricchezza, religione.
la fede, che spesso salva più gente degli ospedali, anche se in modo illusorio, di fronte a questa catastrofe ha dovuto arrendersi all'evidenza che è mancato un giudizio superiore: se di punizione divina si è trattata, allora dovremmo temere le entità in cui crediamo, non adorarle.
non c'è responsabilità personale in tragedie di questo tipo, ma, osservando i fatti in un secondo momento, escono sempre fuori piccole o grandi colpe, spesso frutto di dimenticanze o errate valutazioni che, seppur non sarebbero state in grado di prevenire o evitare il disastro, avrebbero potuto, anche in minima parte, limitare o circoscrivere i danni.
è comunque un'analisi a sè stante e tardiva visto che la tragedia c'è stata ed è stata di una gravità incalcolabile.
ancora oggi, ad un anno di distanza, la situazione è lontana dall'essere risolta, per via dei numerosi sfollati e feriti che necessitano di assistenza e conforto.
con il post di oggi vorrei dedicare un pensiero, misero e insignificante, ma sincero, a tutte le vittime di quella strage.