23 dicembre 2005

festeggiamo.

l'aria delle feste mi turba.
è bello vedere i sorrisi delle persone e l'allegria della gente, però la frenesia con cui si arriva a questo è ingiustificata e abbastanza fastidiosa.
una forma di costrizione ci colpisce inconsciamente a prepararci per quei due, tre giorni che caratterizzano il periodo. sembra che ne sentiamo il bisogno, che necessariamente dobbiamo pensare alle feste e a come trascorle.
è pur sempre un periodo in cui si allontana la cappa deprimente che copre la città e la sua monotonia, però il passaggio è immediato e non lascia la possibilità di accodarsi se si è arrivati tardi.
sento che l'agitazione, il cui livello si impenna in queste giornate, è proporzionale al vuoto interiore che, al contrario, è persistente dentro di noi; e così cerchiamo di riempire questo spazio vacuo e triste con cenoni, addobbi e regali.
non c'è via di scampo.