futuro in rosso.
l'anno prossimo si terranno le elezioni politiche.
a sentire le parole di berlusconi si potrebbe aprire uno scenario apocalittico.
se, infatti, la sinistra dovesse vincere il prossimo turno di votazioni, l'italia cadrebbe in uno stato di dominio totale, dato che, secondo le sue parole, tale schieramento controlla gli ambienti scolastici ed universitari, i movimenti sindacali e cooperativi, la magistratura e le banche. in una parola, un regime.
lo ha detto in questi giorni, ma è un argomento che gli ronza in testa già da diverso tempo, visto che, spesso e volentieri, ci tiene a ricordarlo.
una delle maggiori accuse rivolte al capo del governo è proprio quella di aver fatto di tutto per far piombare il paese in un regime. io non concordo con dichiarazioni di questo tipo, per il semplice fatto che se esiste qualcuno che può permettersi di dire una cosa del genere allora non si vive in un regime, però è evidente come sussistano insieme forti contrasti e conflitti d'interesse tra chi detiene il potere e chi possiede e controlla beni e servizi diretti alla popolazione.
tralasciando, quindi, il fatto che nelle tasche del cavaliere c'è di più di quanto possa appartenere alla sinistra, una sua recente affermazione mi ha turbato richiamando la mia attenzione più di questi attacchi.
il presidente del consiglio ha detto che gli italiani, in occasione delle elezioni nel 2006, non si dimostreranno stupidi affidando il potere alla sinistra.
al di là dei discutibili contenuti di questa frase, trovo sia ingiusto il tono usato per esporre il concetto; con il termine "stupidi", infatti, si compie una grave ingiuria al sistema democratico e quindi, neanche troppo indirettamente, ai cittadini italiani. si vuole marcare la differenza tra chi vota una o l'altra coalizione, quando, al contrario, la scelta elettorale è un fatto momentaneo; nel resto della legislatura il popolo è unico e tutti, davanti alle leggi dello stato, devono essere considerati uguali. chi è di destra, chi è di sinistra, chi del centro, chi apolitico.
chi è colto, chi intelligente, chi stupido.
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