the end.
c'è chi pronostica la fine dell'anno come un buon pretesto per pensare a metter in opera dei buoni propositi per l'anno che verrà, magari sperando di riuscire a migliorare sè stesso.
il più delle volte l'ottimismo supera ogni buona intenzione che, inevitabilmente, si va ad incidentare contro imprevisti, cambi di rotta e di idee, nuove interessanti conoscenze o salutari misconoscenze.
io, nervosamente e quasi istericamente, rido per tutto questo.
rido di fronte all'incedere possente degli eventi che con crudele, ma abile, gestualità, ci lega alle sue forti dita e ci manovra come burattini ad un allegro spettacolino, dove però manca spesso il lieto fine.
il mio non è un elogio al destino, anzi; è, al contrario, è una sfacciata constatazione di come, se non riuscissimo ad intervenire sul corso delle situazioni presenti e future, saremo travolti da esse come fragili rami sotto la furia di una tempesta tropicale.
noi abbiamo la capacità di decidere come vivere il prossimo minuto: certo, ci dobbiamo scontrare con l'eventualità, ma possiamo sfidarla ed uscirne vincitori. basta tentarci.
spero di riuscire a tener fede per primo quanto ho scritto in queste righe ed auguro a tutti un felice 2006.
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