10 agosto 2006

tentato attentato.

sospeso in un vortice di notizie, diffuse con l'enfasi dei fatti di grande importanza, non sono riuscito bene a barcamenarmi tra il fatto di trovarmi di fronte ad una reale minaccia e quello di stare ad ascoltare un esagarato allarmismo.
un giusto compromesso tra le due opzioni credo che sia la soluzione migliore, perchè le indiscrezioni fornite dalla polizia britannica sono davvero preoccupanti, ma ciò che ne è scaturito è un insieme di reazioni spesso sconclusionate e guidate, per lo più, dalla cieca paura.
è sorto un timore generale, sì giustificato da quanto gli attacchi terroristici siano in grado di compiere, ma mosso, in realtà, da un'ansia virtuale, dato che, per fortuna, non si ha una contropartita concreta di quanto si ipotizza sarebbe successo se gli attentatori avessero avuto campo libero per operare.
si tratta, comunque, di uno stato di apprensione inevitabile che non deve, però, condizionare abitudini e comportamenti comuni, soggiogando la normale esistenza giornaliera.
occorre attendere chiarimenti più dettagliati e proteggersi di conseguenza, con restrizioni precise, ma non invasive.
è fondamentale, da parte dei governi interessati, darsi da fare per prevenire anche solamente la nascita di concezioni così eversive, in modo da non dover più pensare di sventare qualche piano all'ultimo momento.