01 agosto 2006

agostare.

entro nel pieno dell'estate senza rendermene conto.
del tutto avulso da impegni gravosi, sprofondo nell'ozio con la naturalezza di chi non fa nulla di speciale per godersi le vacanze.
anche l'oretta da pino il parrucchiere, con conseguente e sostanziale accorciamento del cuoio capelluto, assume un tono significativo, poichè si discosta dall'andamento piatto che caratterizza il resto della giornata.
il clima pare rispecchiare questa attitudine: per la seconda sera di fila un fosco temporale ha minacciato di rovesciare tutta la sua potenza sui tetti della zona, salvo poi acquietarsi e starnutire due misere gocce di calda pioggia sull'altrettanto caldo asfalto qui presente.
il mese clou per i vacanzieri è, allo stesso tempo, quello in cui la città, forse perchè prova un po' di vergogna, non vuole mostrarsi svuotata e così quest'ultima decide di mettere in confusione i suoi abitanti, lasciandoli con eterni ed irrisolvibili dubbi: da una parte c'è chi vede strade deserte e sente una pace accogliente, dall'altra si trova chi non ha notato alcun esodo estivo.
non mi angustio per questo dilemma e preferisco liquidare la questione assumendo la consapevolezza per la quale la verità sta nel mezzo, come simpaticamente recitava gene gnocchi in un'irriverente imitazione.
e passatemi il neologismo del titolo.