il malato immaginario.
mal di testa e libro aperto.
fazzoletti di carta a portata di mano.
le pagine scorrono distratte tra una soffiata di naso e uno sguardo al pc.
il mio pensiero viaggia tra dense atmosfere e tempeste solari, sopravvive a nubifragi e tormente, poi torna sulla terra, acquietato dal quel senso di smarrimento e solitudine che abbatte tutto, inibendo ogni forma di ribellione, anche la più timida.
mi sento oppresso da una spessa coltre di emozioni ingabbiate in celle che mi sono attivato a costruire da tempo, senza un particolare motivo ragionevole.
traslo in occasioni future il momento in cui potrò smantellarle.
e sto male per questo.
ma, prima o poi, guarirò.
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