la cultura in numeri.
l'eterna lotta tra quantità e qualità non avrà mai fine.
a seconda delle battaglie è una delle due a prevalere, ma, in assoluto, la prima non può escludere la seconda, e viceversa.
credo che questa diatriba sia positiva, perchè mantiene l'equilibrio della libera scelta quando ci si trova di fronte alle opportunità che la vita ci propone di continuo, spesso con insistenza.
ci troviamo a giudicare e ad affrontare, proporzionando i diversi fattori in gioco, situazioni di ogni tipo ragionando proprio sul fatto se sia più giusto guardare alla grandezza delle cose o al loro valore.
lo spunto di questo ragionamento mi è sorto da un particolare legato ad una mia piccola fissazione, che è quella di tenere il conteggio di tutti i dischi in mio possesso.
aggiornando la lista poco tempo fa mi sono reso conto di aver superato le 600 unità e credo sia una cifra discretamente elevata.
subito, però, il mio pensiero si è spostato sul fatto che avere numerosi cd non equivalga al fatto che essi siano anche importanti. è un pensiero comune e l'esempio, qui proposto, sulla musica, vale, allo stesso modo, per ogni espressione artistica o anche per una qualsiasi dedizione o passatempo.
la cosa curiosa è che, io stesso, mi rendo conto che numerosi dischi che ho sono, per certi versi, totalmente inutili perchè carenti, o nulli, sotto differenti aspetti, legati alla musica e non.
nonostante ciò non vado al mercatino dell'usato a tentare di venderli nè, men che meno, li getto via, perchè, in qualche modo, ognuno di essi è legato ad un particolare momento, oppure mi fa tornare alla mente determinate sensazioni.
trovo che questa piccola debolezza sia un valore aggiunto della bellezza di avere una passione: potersi concedere ad essa collegandola alla vita che viviamo quotidianamente è una forma di libertà individuale da non sottovalutare.
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