travelling without moving.
il finestrino è opaco e la testa quasi ci finisce contro.
in trasparenza una donna.
cammina tenendo in braccio un bambino: è felice, ride ed indica con la mano paffuta ogni cosa che gli crea stupore. i palazzi grigi, l'arancione del tram numero 7, il berretto rosso del ragazzo che lo sta guardando, ricambiando i suoi sinceri sorrisi.
sotto quel berretto due orecchie percepiscono appena i rumori ovattati di una città impegnata con il fermento di una mattinata lavorativa. i timpani si accoppiano con strascichi di musica cupa e rarefatta, che rapisce sguardo e sinapsi in un abbraccio incantato.
mentre le fermate scorrono.
i candidi colori del cielo si impastano in una tavolozza confusa, per le continue intrusioni di piramidi cementizie e longilinee statue metalliche. in un concentrato di segnali l'aura musicale continua nella sua opera di affascinante persuasione, rinforzando l'udito ed indebolendo con ferocia gli altri sensi.
le onde acustiche caldamente bagnano le rive di una rigida traversata urbana. e giungono a destinazione.
le fermate hanno smesso di scorrere.
la magia ritorna con quietudine nello zaino. senza protestare.
2 Comments:
così descritto sembra proprio un bel viaggio ... ma poi ci sono i ritardi dei treni, la gente incazzosa ecc.
sei tu il ragazzo col cappellino rosso che sorride al bimbo?
potrei essere io, come potrebbe essere qualsiasi persona che si emoziona per queste cose. cosa che, nel bene o nel male, non è così comune che accada.
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