16 gennaio 2006

clima di tensione.

giorno dopo giorno mi rendo conto di vivere in un paese dove le regole, oltre ad essere aggirate, vengono ridipinte a seconda del quadro che si vuole andare a comporre.
il problema più importante, però, è che il rispetto o meno di tali regole spesso avviene in una confusione davanti alla quale la gente comune, quindi me compreso, sa di doversi fermare perchè comincia a capirci sempre di meno.
è il caso, all'ordine del giorno, dei fitti intrecci tra politica e finanza: legami tenuti assieme da spesse funi di denaro sonante, il quale, girando di mano in mano, diventa una merce di scambio talmente sporca da macchiare la credibilità di molte persone.
fortunatamente esistono appositi organi la cui funzione è quella di sbrogliare, anche se non sempre con successo, le trame giudiziare dei casi d'illegalità. come se non bastasse, però, anche l'operato della magistratura, già di per sè complesso ed articolato, viene messo in discussione da più parti e, spesso intralciato.
quando l'intralcio va a cadere in concomitanza con eventi di rilievo, com'è quello attuale della preparazione alla campagna elettorale, allora, oltre alla caos si aggiunge il fastidio, perchè voler inquinare la tranquillità di un onesto cammino verso le elezioni con ingiustificate polemiche e attacchi dal retrogusto acido, è qualcosa che l'italia, insoddisfatta e vicino alla disillusione, non si merita.
è in gioco la fiducia verso le istituzioni e voler arroventare il campo di gioco sicuramente creerà un costante allontanamento tra il popolo e i suoi rappresentanti al potere .
altro che "italia, forza".