ghiaccio per ricordare.
il caso ha voluto che una delle nevicate più forti ed intense degli ultimi anni si verificasse in concomitanza del giorno della memoria, ricorrenza annuale e simbolica scelta per non dimenticare quello che fu la shoah.
il nesso tra i due fatti non è immediato, ma esiste.
il gelo dei fiocchi che si depositano sul grigiore della città ha la spietata capacità di immobilizzare i movimenti, di fare il vuoto attorno a sè e di annichilire suoni e richiami, coprendo tutto con una coltre di meditativo silenzio.
osservando l'avanzare del biancore ci si perde in candidi e liberi pensieri, che svolazzano nel tempo e nello spazio.
uno di essi può spingersi nell'europa centrale degli anni '30 e '40 del secolo scorso, e riuscire a vedere dolore, odio e disperazione, conservandoli come atroci ricordi nella speranza che non ritornino a galla.
se questo stesso pensiero fosse in grado di tornare al 2006 si renderà conto che i suoi occhi non si sgonfieranno dalle lacrime raccolte, ma si affaticheranno ad osservare un mondo che, se da un lato tiene viva la fiamma per rimembrare una tragedia come l'olocausto, dall'altro la spegne sul dolore, sull'odio e sulla disperazione che ancora sopravvivono.
con troppa facilità.
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