18 marzo 2006

passeggiare.

la meta è di secondaria importanza.
lo sguardo resta alto, a fissare quei campanili che spuntano dalle schiene dei palazzi; e gli occhi diventano fessure, perchè da quelle schiene un sole sornione diffonde la sua calda parola dritta verso il tuo viso il quale, non voltandosi, perde di vista semafori rossi e insofferenti automobili.
il bivio è di secondaria importanza.
i piedi fanno a gara su un tracciato senza fine, per aggiudicarsi l'erba fresca di un parco o l'instabile scalino di un tram cigolante; acquietati da un momentaneo riposo, fremono per ripartire verso un nuovo incrocio, ben sapendo che il senso dell'orientamento è rimasto a casa a rilassarsi.
il tempo è di secondaria importanza.
secondo quella frizzante folata di vento sarebbe meglio chiudere il giubbotto fino al collo.
la natura non dà mai cattivi consigli ed infatti il cielo si rabbuia, qualche passante alza la testa verso le morbide nuvole e la cute coglie con piacere il tepore dell'abbraccio instaurato con l'asettico tessuto sintetico della giacca.
la meta è di secondaria importanza.