la minaccia bianca.
nonostante sia l'argomento preferito di molta gente, non vi parlerò di cocaina.
e spero di non arrecare dispiacere a nessuno.
più semplicemente vorrei dire due cose sulla neve.
ricordo che smise di piacermi quando iniziai a relazionarmi di più con l'esterno, con la vita e i ritmi di città.
per puro svago o necessità mi capita di perdere molto tempo in trasferimenti.
come già ho velocemente detto un po' di giorni fa, in occasione dei primi fiocchi della stagione, oggi più che mai ribadisco che la neve è un intralcio non indifferente ai trasporti e alle comunicazioni.
lo dimostra il fatto che le linee tranviare, filoviarie e ferroviarie di milano sono entrate in completa paralisi e, spostandoci di regione, l'autostrada a6, che collega torino con savona, è stata impraticabile per diverse ore.
quando capitano perturbazioni eccezionali tutto il sistema dei collegamenti entra un po' in confusione, quindi non mi stupisco più di tanto, però è curioso come una cosa che spesso colleghiamo al divertimento o a paesaggi incantati, riesca, in modo così netto, a suscitare differenti emozioni a seconda dell'età o della mansione da svolgere.
forse, a pensarci bene, la neve è cattiva. vendicativa.
ieri notte se l'è presa anche con un grosso e vecchio albero che, per anni, ha ospitato allegre nidiate di passerotti di fronte al mio condominio: è riuscita a piegarlo sotto il suo peso, spezzandolo letteralmente in due.
è stato un affronto.
per questo propongo di creare un apposito set di armamenti caricati a sale grosso.
poi vedremo chi avrà la meglio alla prossima nevicata.
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